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Gesù lava più bianco. Ovvero come la chiesa inventò il marketing
minimum fax, 12/04/2018
Abstract: In questo tour de force documentato e irriverente sulla storia della comunicazione pubblicitaria nella Chiesa cattolica, Ballardini decostruisce senza falsi ossequi la dottrina, la ritualità, la teologia, l'architettura, l'evangelizzazione nei loro elementi propagandistici e, in senso linguistico, pragmatici, e fornisce così un contributo a un'altra, nuova controstoria della Chiesa - la grande azienda con il settore marketing più efficace e capillare di tutta la storia occidentale. Del resto, come ha dichiarato monsignor Ernesto Vecchi nel 1997: "Il marketing? Ha cominciato Gesù, già duemila anni fa..."
Il Saggiatore, 11/05/2018
Abstract: Bisogna aver toccato l'abisso per saperlo raccontare. Per descrivere il vuoto avvolgente di una ferita che diventa uno stigma o l'angosciante cantilena che rimbomba in una casa di cui si è da sempre l'unico inquilino. Per restituire con la sola forza della voce certi angoli della metropoli, dove la suburra si fa rifugio e l'esclusione sollievo; per dire il loro improvviso, tragico trasformarsi da giardino delle delizie in inferno musicale.Olivia Laing rompe le pareti dell'ordinario e edifica all'interno della New York reale una seconda città, fatta di buio e silenzio: un'onirica capitale della solitudine, cresciuta nelle zone d'ombra lasciate dalle mille luci della Grande Mela e attraversata ogni giorno dalle storie di milioni di abitanti senza voce. Un luogo in cui coabitano le esperienze universali di isolamento e i traumi privati di personaggi come Andy Warhol, Edward Hopper e David Wojnarowicz; in cui ogni narrazione è allo stesso tempo evocazione e confessione.Quella tracciata da Olivia Laing è una visionaria mappa per immagini del labirinto dell'alienazione. Un flusso narrativo che investe le strade di New York e nel quale si mescolano la morte per Aids del cantante Klaus Nomi e l'infanzia dell'autrice, cresciuta da una madre omosessuale costretta a trasferirsi di continuo per sfuggire al pregiudizio; gli esperimenti sociali di Josh Harris che anticiparono Facebook e i silenzi dell'inserviente-artista Henry Darger che dipinse decine di quadri meravigliosi e inquietanti senza mai mostrarli a nessuno; l'inconsistente interconnessione umana dell'era digitale e l'arida gentrificazione di luoghi simbolici come Times Square.Con Città sola il Saggiatore presenta al pubblico italiano una delle autrici più originali del panorama internazionale contemporaneo. La sua è un'opera ambiziosa che, grazie a una scrittura sinestetica e conturbante, scava a fondo nell'anima di ognuno di noi, affrontando le umiliazioni, le paure e le ossessioni dell'essere soli. Con la speranza che rivelare significhi talvolta anche curare. Perché, come ricorda Olivia Laing, la solitudine è un posto affollato.
I monologhi della vagina. Nuova ediz.
Il Saggiatore, 24/05/2018
Abstract: "La prima volta che ho messo in scena I monologhi della vagina ero certa che qualcuno mi avrebbe sparato. Perciò quando sono salita sul palco di un piccolo teatro di Manhattan mi sono sentita come se stessi attraversando una barriera invisibile, rompendo un tabù molto profondo. Ma non mi hanno sparato. Alla fine di ogni spettacolo c'erano lunghe code di donne che volevano parlare con me. Sulle prime ho pensato che volessero condividere le loro storie di desiderio e appagamento sessuale. In realtà si mettevano in fila per dirmi come e quando fossero state stuprate o aggredite o picchiate o molestate. Ero sconvolta al vedere che, una volta rotto il tabù, si liberava un fiume in piena di memorie, rabbia e dolore. E poi accadde qualcosa di completamente inaspettato. Lo spettacolo venne ripreso in tutto il mondo da altre donne che volevano infrangere il silenzio sui propri corpi e sulle proprie vite all'interno della comunità di appartenenza. E ora, vent'anni dopo, possiamo parlare ed essere viste. Hanno provato a impedirci perfino di nominare alcune delle parti più preziose del nostro corpo. Ma ecco ciò che ho imparato. Se una cosa non viene nominata, non viene vista, non esiste. Ora più che mai è il momento di raccontare le storie importanti e dire le parole, che siano "vagina" o "il mio patrigno mi ha stuprata". Quando rompi il silenzio ti accorgi di quante altre persone stessero attendendo il permesso di fare lo stesso." Eve EnslerA vent'anni dalla prima pubblicazione, il Saggiatore presenta la nuova edizione dei Monologhi della vagina, con una nuova introduzione, nuovi contributi e testi inediti. Con humour trasgressivo, la vagina prende la parola per raccontare e raccontarsi attraverso la sua voce, che sa essere seria, divertita, fantasiosa o drammatica. Un manifesto contro la violenza che non cessa di essere il punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.
Parole chiave per i media studies
minimum fax, 07/06/2018
Abstract: Lo studio della televisione e dei media, in ambito accademico e non solo, ha ormai una lunga storia, ricca di idee, concetti, discussioni e metodologie. Questo volume mette in fila le parole chiave più importanti per fare il punto su questa ricca e articolata tradizione, e insieme per guardare avanti, verso le nuove domande, le nuove frontiere e le nuove sfide che stanno emergendo nel campo di ricerca. Ognuna delle sessantacinque parole chiave – affidate a studiosi affermati e autorevoli ricercatori – presenta definizioni e contesti, ricostruisce e intreccia storie, mette in discussione posizioni assestate, getta lo sguardo sullo scenario contemporaneo, in una fruttuosa sintesi della più importante letteratura scientifica e del più avvertito dibattito giornalistico e pubblico. Parole chiave per i media studies offre ampie riflessioni su temi quali il rapporto tra i media e la società, l'idea di testo e quella di gusto, le celebrità e i fan, l'impatto del digitale e il dibattuto concetto di "nuovi media", l'industria e i pubblici, il potere e il diritto d'autore, l'ironia e gli incerti confini del popolare. Si propone dunque come testo di studio, strumento di consultazione e acuto racconto di un campo di ricerca cruciale per il nostro tempo.
Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social
Il Saggiatore, 21/06/2018
Abstract: I segreti più profondi della Cia e dell'Nsa sono stati hackerati e resi pubblici, più di una volta. Ma stai certo che da nessuna parte, nemmeno nel dark web, troverai una copia dell'algoritmo di ricerca di Google o dell'algoritmo del feed di Facebook. Oggi questi algoritmi determinano l'andamento della vita umana sul nostro pianeta. Jaron Lanier, informatico della Silicon Valley, pioniere della realtà virtuale, non ha nessun account social. In Dieci ragioni per cancellare subito i tuoi account social spiega perché non dovresti averne nemmeno tu.Google e Facebook, insieme a Instagram, WhatsApp – cioè di nuovo Facebook –, Twitter e gli altri social, costituiscono l'impero della modificazione comportamentale di massa. Tirano fuori il peggio di te, spingendoti a manifestazioni d'odio di cui non ti pensavi neppure capace; ti ingannano con una popolarità puramente illusoria; ti spacciano dopamina a suon di like, intrappolandoti nella schiavitù della dipendenza. Distorcono il tuo rapporto con la verità e degradano la tua capacità di empatia, disconnettendoti dagli altri esseri umani anche se ti senti più connesso che mai. Corrompono qualsiasi politica che ambisca a dirsi democratica e devastano qualsiasi modello economico che non sia fondato sul lavoro gratuito. Inoltre – e questa è la cosa che ti scoccia di più, se ci pensi – si arricchiscono infinitamente vendendo tutti questi dati agli inserzionisti (che sarebbe più corretto chiamare manipolatori attivi della società e della natura umana), plasmando la tua volontà attraverso pubblicità targettizzate; e lo fanno attraverso algoritmi che spiano e registrano qualunque cosa tu faccia. I benefici che ti danno i social media non controbilanceranno mai le perdite che subisci in termini di dignità personale, felicità e libertà di scelta.Jaron Lanier ci mette in guardia: questo totalitarismo cibernetico ci distruggerà. Internet non è il male, ma va ripensato profondamente. Compi un gesto che spinga le tech company a cambiare, non resterai tagliato fuori dal mondo. Riprenditi il controllo della tua vita. Cancella subito tutti i tuoi account social.
Le visionarie. Fantascienza, fantasy e femminismo: un'antologia
Nero editions, 14/02/2018
Abstract: Le visionarie raccoglie ventinove racconti che tratteggiano i contorni di un mondo di volta in volta futuristico, inquietante, onirico o semplicemente strano. Sono racconti che spaziano dalla fantascienza al fantasy, dall'horror alla weird fiction, scritti da donne che hanno fatto la storia e il presente della narrativa fantastica, e che incrociano gusto per l'invenzione di mondi altri e riflessione femminista. Il risultato è un caleidoscopio di storie immaginarie che, in maniera imprevista e mai ordinaria, legano letteratura di genere e letteratura sul genere.Tra le visionarie che si alternano in questa antologia, troviamo tanto nomi classici come Ursula K. Le Guin e Angela Carter quanto nuove protagoniste della speculative fiction come Nnedi Okorafor, tanto firme storiche come Octavia E. Butler e Joanna Russ quanto figure inclassificabili come Leonora Carrington, tanto maestre del fantastico come Tanith Lee e Alice Bradley (in arte James Tiptree Jr.) quanto scrittrici ancora poco conosciute in Italia come l'argentina Angelica Gorodischer, la finlandese Leena Krohn e l'indiana Vandana Singh.A curare l'antologia, la coppia simbolo della rinascita weird anni 2000: Ann e Jeff VanderMeer. La prima, già direttrice della leggendaria rivista Weird Tales; il secondo, autore tra le altre cose della fortunata Trilogia dell'Area X.L'edizione italiana del libro è stata coordinata da Claudia Durastanti e Veronica Raimo, che per tradurre i diversi racconti hanno chiamato a raccolta un gruppo di autrici, giornaliste e accademiche provenienti sia dal mondo della narrativa di genere che non: Emmanuela Carbé, Marta Maria Casetti, Gaja Cenciarelli, Silvia Costantino, Livia Franchini, Tiziana Mancinelli, Sara Marzullo, Francesca Matteoni, Oriana Palusci, Lorenza Pieri, Chiara Reali, Clara Miranda Scherffig, Nicoletta Vallorani, Cristina Verrienti.Ann VanderMeer ha fondato la casa editrice Buzzcity Press ed è stata direttrice di Weird Tales, la storica rivista americana dedicata all'horror e al fantastico. Per la sua attività di curatrice editoriale, è stata insignita del premio Hugo e del British Fantasy Award.Jeff VanderMeer è autore della saga fantasy di Amebergris e della trilogia composta dai romanzi Annientamento (premio Nebula 2014), Autorità e Accettazione, pubblicati in Italia da Einaudi. Assieme a sua moglie Ann, ha curato antologie dedicate allo steampunk e al new weird, corrente di cui è si esponente che teorico principale.
Nero editions, 24/01/2018
Abstract: Un celebre adagio (di volta in volta attribuito a Slavoj Žižek o a Fredric Jameson) recita che è più facile immaginare la fine del mondo che la fine del capitalismo. Lo slogan There Is No Alternative tanto caro a Margaret Thatcher è stato infine adottato anche dalla sinistra liberale, e nemmeno la crisi del 2008 è riuscita a scalfire la generalizzata convinzione che, fuori dal capitalismo, sia impossibile ipotizzare strade altre. Ma qual è l'effetto di questo "realismo capitalista" sul nostro immaginario? E qual è il suo ruolo nel diffuso sentimento di rassegnazione e infelicità che permea le nostre vite?In questo breve ma fondamentale testo che ha avuto un impatto enorme sugli ambienti culturali in primo luogo anglofoni, il critico e teorico Mark Fisher ragiona su come il realismo capitalista abbia occupato ogni area della nostra esperienza quotidiana, e si interroga su come sia possibile combatterlo. E lo fa attraverso esempi presi non solo dalla politica, ma anche dai film e dalla narrativa di fantascienza, dalla musica pop e dalla televisione.Con Realismo capitalista, Fisher ha firmato una delle più penetranti, illuminanti e dolorose analisi del mondo in cui viviamo. Ma Realismo capitalista è anche un testo che apre all'idea di possibilità, e che ribadisce che un'alternativa c'è. Leggerlo, per dirla con lo scrittore e poeta Alex Niven, è come "tornare a respirare dopo tanto, troppo tempo trascorso sott'acqua".Mark Fisher (1968-2017) è stato scrittore, critico musicale, filosofo e attivista. Ha scritto tra gli altri per il Guardian, il New Statesman e per il mensile The Wire, oltre ad aver tenuto per anni K-Punk, uno dei più seguiti blog di cultural theory in lingua inglese.
The weird and the eerie. Lo strano e l'inquietante nel mondo contemporaneo
minimum fax, 30/08/2018
Abstract: The Weird and the Eerie è l'ultimo libro pubblicato in vita da Mark Fisher, lo scrittore e critico culturale inglese che anche nel nostro paese sta ora raccogliendo grande interesse. Il suo Realismo capitalista ha generato un vivace dibattito e ha mostrato come Fisher sia una figura fondamentale per comprendere il presente. Ricordando l'amico, Simon Reynolds ha scritto: "Costruendo, con incomparabile rigore ed eloquenza, un ponte che collega estetica e politica, critica e attivismo, Fisher era davvero un intellettuale impegnato, potremmo dire persino: un John Berger post rave". Quest'ultima definizione è perfetta anche per inquadrare The Weird and the Eerie, dove s'indagano – tra letteratura, musica e cinema – due forme/sentimenti che non hanno una perfetta corrispondenza nella nostra lingua. Solo approssimativamente, infatti, il weird può essere reso con "strano" e l'eerie con "inquietante". Fisher segue e spiega queste categorie attraverso le arti e le epoche: il weird si rivela così nei racconti di H.P. Lovecraft, nelle canzoni dei Fall, nei romanzi di Philip Dick e nei film di David Lynch, mentre l'eerie si manifesta nell'opera di scrittori, musicisti e registi come Margaret Atwood, Brian Eno, Stanley Kubrick e Christopher Nolan. "Il fascino di weird ed eerie non è sintetizzabile nell'idea che "ricaviamo piacere da ciò che ci spaventa". Ha piuttosto a che vedere con l'attrazione per l'esterno, per ciò che sta al di là della percezione, della conoscenza e dell'esperienza comune", scrive Fisher. In questo libro, il reale si apre dunque all'ignoto, all'incubo e all'incanto.
Il Saggiatore, 20/09/2018
Abstract: Che aspetto aveva il mondo visto da uno dei primi Homo sapiens? Com'era il cielo che Galileo scrutava col suo telescopio? Che cosa videro gli astronauti dell'Apollo 8 quando entrarono nel campo gravitazionale della Luna? Perché siamo stregati dal sorriso enigmatico di Monna Lisa?Con Storia dello sguardo Mark Cousins compie un vero e proprio montaggio dei momenti più significativi della nostra storia visiva e ci racconta come e perché sia cambiato il nostro modo di guardare nel corso dei secoli. Assistiamo così allo spettacolo della grande eruzione del Vesuvio del 79; insieme a Newton vediamo cadere la fatidica mela che lo porta a formulare la legge di gravitazione universale; penetriamo l'espressione carica di sofferenza di uno schiavo africano incatenato su una nave diretta in Brasile; ipotizziamo l'occhiata di rimprovero lanciata a Cézanne dalla moglie durante un'estenuante seduta di posa; siamo accanto a Howard Carter quando, nel 1922, scopre la tomba di Tutankhamon. Dal Pleistocene all'era digitale, il modo in cui costruiamo le immagini e quello in cui recepiamo l'oggetto della visione è radicalmente mutato: ed esplorare l'evoluzione del processo visivo equivale a ripercorrere la storia dell'uomo.Album di fotografie e galleria d'arte, road movie e grammatica del linguaggio visuale: Storia dello sguardo è un emozionante viaggio per parole e immagini che attraversa l'arte e la letteratura, il cinema e la fotografia, la tecnologia e la scienza. Un percorso alla fine del quale non potremo più guardare il mondo con gli stessi occhi.
Il Saggiatore, 20/09/2018
Abstract: Dalla sua prima edizione nel 1966, L'architettura della città è stato il testo che più ha influenzato la riflessione urbanistica, restituendo centralità alla grande questione rimossa della forma. Ogni città è forma, e qualsiasi tentativo di comprenderla unicamente attraverso le sue funzioni è destinato a fallire. Nella forma, la tradizione mostra la sua capacità di mutare e durare nel tempo, e l'idea che una comunità ha di sé entra in risonanza con i bisogni pratici a cui deve far fronte. L'architettura diventa così un atto collettivo, in cui si uniscono due urgenze umane come l'intenzionalità estetica e la necessità di costruire un ambiente propizio alla vita. Non si tratta di un incontro teorico, ma di un'alchimia che genera spazi concreti: strade da percorrere, edifici da abitare, monumenti in cui depositare identità.Questa città, così animata e così umana, emerge dal tempo, cresce su se stessa, acquista coscienza e memoria allestendo il palcoscenico in cui istanze opposte si scontrano e sintetizzano: particolare e universale, individuale e collettivo, progettazione razionale e locus. Solo abbracciando la complessità di questo campo di forze eterogenee è possibile un approccio architettonico che sia nel contempo estetico e politico.Attraverso una rassegna di città ideali e di luoghi reali – da Berlino a Stoccolma, dal foro di Roma all'antico teatro di Arles divenuto un quartiere abitato –, Aldo Rossi costruisce un testo spartiacque della letteratura urbanistica. L'architettura della città è un saggio scritto con rigore rinascimentale e insieme la dichiarazione di poetica di uno dei più importanti architetti e intellettuali italiani; un libro che si dischiude a interpretazioni sempre fertili e nuove perché, come una sinfonia o un grande romanzo contemporaneo, ha la profondità e il fascino di un'opera aperta.
L'esilio impossibile. Stefan Zweig alla fine del mondo
Il Saggiatore, 27/09/2018
Abstract: "Non avrei mai creduto che a sessant'anni mi sarei trovato a sedere in un piccolo villaggio brasiliano, servito da una giovane nera scalza, a decine di migliaia di chilometri da quella che una volta era la mia vita: libri, concerti, amici, conversazioni." Chi scrive non è un antropologo, un medico filantropo o un cineasta d'avanguardia. È Stefan Zweig, l'autore straordinariamente prolifico, il "sovvertitore dei sensi", l'intellettuale celebrato come una star, attorno al quale si stringeva un cenacolo frequentato, tra gli altri, da Freud, Mann, Roth, Einstein, catalizzatore di alcune fra le correnti artistiche e filosofiche più importanti del Novecento. Finché Hitler non ne mise al bando i libri e lo costrinse ad abbandonare il suo Olimpo glorioso e gli adorati caffè, dove leggeva il giornale o giocava a scacchi, per abbracciare le mille esistenze dell'esule.L'esilio impossibile racconta la vita tormentata, l'allontanamento forzato e il triste epilogo di un grande scrittore, "il settemila volte trasmesso in radio, filmato e fotografato Stefan", morto suicida nel 1942 a Petrópolis, Rio de Janeiro. E attraverso il suo ritratto scandaglia la tragedia che il popolo ebraico e la generazione degli émigrés contemporanea a Zweig dovettero affrontare: spogliato della propria identità, l'esule è un Ulisse condannato a errare senza la protezione degli dèi, in bilico tra senso di appartenenza e slancio cosmopolita e, nel caso dell'artista, tra impegno politico e desiderio di trascendenza.In L'esilio impossibile, George Prochnik fa convergere l'onta dei due grandi conflitti mondiali e il destino dell'Europa nel solco della biografia di Stefan Zweig: l'instancabile sostenitore di un umanesimo universale e il nobile pacifista dalla prosa indiavolata, la cui generosa signorilità e il cui fascino sensuale stillano da queste pagine come rugiada destinata, nell'eco infernale del gorgo bellico, a tramutarsi in lacrime.
La macchina dello storytelling. Facebook e il potere di narrazione dell'era dei social media
Bordeaux, 29/03/2018
Abstract: La promessa di Facebook è renderci lettori e autori delle nostre stesse storie, ma in realtà il social network di Mark Zuckerberg costruisce una catena di montaggio della "narrazione narrabile" che imprigiona vite, biografie e racconti possibili. Processando i metadati, i comportamenti e le interazioni di miliardi di utenti all'interno del giardino chiuso della piattaforma, l'algoritmo si impone come un narratore onnisciente e totalitario, una macchina di storytelling predittivo a beneficio degli unici lettori che contano davvero: gli inserzionisti pubblicitari. Il potere di narrazione di Facebook e del suo autore è il potere di un'ideologia della tecnologia e del mercato funzionale alla monetizzazione, all'espropriazione e all'ingabbiamento dell'organizzazione sociale, del lavoro e della vita delle persone: come direbbe Michel Foucault, è un processo di oggettivazione e assoggettamento, la comparsa di una nuova modalità di controllo nella quale ogni individuo riceve una gratificazione costante che lo imprigiona nel suo status così come configurato dalla piattaforma algoritmica.
L'orma editore, 14/12/2018
Abstract: "Ho sempre avuto voglia di scrivere libri di cui poi mi fosse impossibile parlare, libri che rendessero insostenibile lo sguardo degli altri."Romanzo dell'infanzia e dei suoi abissi, La vergogna ricostruisce con spietata lucidità una presa di consapevolezza: quella di una bambina di dodici anni testimone della "scena" spartiacque, rimasta a lungo indicibile, che le fa scoprire di colpo di essere dalla parte sbagliata della società. Inventariando i linguaggi, i riti e le norme che delimitavano il suo pensiero e la sua condotta di allora, Ernaux sprofonda nella memoria intima e collettiva – fatta di usanze, espressioni e modi di dire – e scompone l'habitat del mondo in cui era immersa: la scuola privata, i codici della religione cattolica, il culto della "buona educazione", le leggi non scritte ma inviolabili della gerarchia sociale.Come nessun altro, Annie Ernaux riesce a mettere a fuoco con bruciante distacco – da esemplare "etnologa di se stessa" – la più indifesa delle età, raccontando quel violento e reiterato sconcerto che è l'ingresso nella vita adulta.
Edizioni Centro Studi Erickson, 21/11/2018
Abstract: Tutti vogliamo fare bella figura e abbiamo paura di essere rifiutati, e un giusto grado di ansia ci aiuta a dare il meglio di noi stessi. Ma cosa fare se, anche nelle situazioni più comuni, ci sentiamo sempre sotto esame, con gli occhi degli altri costantemente puntati su di noi? Evitare le situazioni sociali risolve il problema nel breve periodo ma, alla lunga, si rivela controproducente.Basandosi sulla terapia cognitivo-comportamentale, questo libro propone un percorso di lavoro per riportare l'ansia a livelli gestibili. Si parte da un breve test che valuta la "temperatura" della nostra ansia; vengono poi presentati strategie ed esercizi pratici, accompagnati da descrizioni dettagliate e schede da compilare, per affrontare l'ansia anticipatoria e la valutazione post-evento, tecniche di ristrutturazione cognitiva ed esercizi di meditazione per far fronte alle situazioni più difficili. Le schede in formato pdf e gli audio di accompagnamento degli esercizi sono disponibili anche in download tramite gli appositi codici presenti all'interno. Il percorso si chiude con l'invito a esporsi, dapprima nell'immaginazione e poi nella realtà, a situazioni via via più ansiogene. Inizialmente non sarà semplice ma, se non ci faremo scoraggiare dalle difficoltà, la nostra vita sociale diventerà molto più soddisfacente.
Piemme, 12/06/2018
Abstract: Ingiustamente accusato di aver rubato un paio di puzzolenti scarpe da ginnastica, il giovane Stanley viene spedito dal giudice al riformatorio Campo Lago Verde. Perché mai Stanley e gli altri "ospiti" sono costretti a scavare ogni giorno un buco nel deserto, tormentati dalla sete e minacciati da lucertole dal morso letale? Quale segreto nasconde quell'inquietante distesa di sabbia rovente?
Piemme, 16/01/2018
Abstract: "Harry Bosch è uno degli ultimi eroi romantici." The New York Times Harry Bosch ha sempre avuto un rapporto di odio/amore con il dipartimento di polizia di Los Angeles, ma ora quel rapporto è finito. Harry è in pensione. Quello che non è finito, invece, è il suo rapporto con le indagini, la "missione", come l'ha sempre definita, la scoperta della verità. E quindi decide di collaborare con la polizia di San Fernando, un territorio autonomo all'interno della città di Los Angeles, e di inventarsi un nuovo ruolo, quello di investigatore privato. Ma anche questa volta non c'è niente di convenzionale nel modo in cui sceglie di svolgere il suo lavoro. Harry non ha un ufficio, non si fa pubblicità ed è molto selettivo nei confronti dei suoi clienti. Ma quando Whitney Vance, un uomo ricchissimo e molto solo, vicino allo scadere dei suoi giorni, vuole scoprire se davvero non esistono eredi a cui lasciare la sua fortuna, Bosch accetta di aiutarlo. Anche perché forse questi eredi esistono davvero: quando era giovane Whitney si era innamorato perdutamente di una ragazza messicana, che poi era stato costretto a lasciare dalla sua famiglia. Ma lei aveva un segreto Ha così inizio una ricerca mozzafiato. In gioco c'è una sterminata fortuna, e Bosch capisce subito che la sua missione può essere rischiosa per lui, ma soprattutto per la persona che sta cercando. Tutto questo sullo sfondo di una città con cui Bosch ha un rapporto sentimentale e radici profonde, di cui anche questa volta ci descrive i panorami indimenticabili, dalla piccola San Fernando segnata dalla cultura ispanica, ai grandi grattacieli del mondo del business, alla villa di Vance, ricordo grandioso di un mondo passato. Una vicenda suggestiva e incalzante da uno dei più grandi narratori di oggi.
Mondadori, 16/01/2018
Abstract: Gli studenti Mark, Todd e Zola si sono iscritti alla scuola di legge di Washington con le migliori intenzioni e il sogno di cambiare il mondo una volta ottenuta la sospirata laurea. Dopo essersi coperti di debiti per poter pagare le rette salatissime di una mediocre scuola privata, i tre amici si rendono conto di essere oggetto di una grande truffa. Il loro istituto, infatti, insieme a molti altri, è nelle mani di un potente e losco investitore newyorchese, che è anche socio di una banca specializzata nella concessione di prestiti agli studenti.Dopo anni di sacrifici e false promesse di un lavoro sicuro, Mark, Todd e Zola capiscono che con ogni probabilità non riusciranno mai a passare l'esame di avvocato. Ma forse c'è una via d'uscita: l'obiettivo è farla franca con i grossi debiti accumulati e vendicarsi del torto subito. E per fare tutto ciò i tre devono lasciare subito gli studi, fingere di avere i titoli per praticare la professione di avvocato, eleggendo il Rooster Bar, dove si incontrano abitualmente, a loro quartier generale. È un'idea completamente folle, o no?John Grisham, con piglio brillante ed efficace, affronta un argomento di grande attualità non solo in America, mettendo a nudo gli interessi e i profitti che vengono maturati nel grande business delle scuole private.
Einaudi, 16/01/2018
Abstract: Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza. Niente sembra avere piú senso: Jónas vuole farla finita, ma quando lascia l'Islanda (per attuare il suo progetto lontano da tutti) scoprirà che c'è sempre, sempre una seconda possibilità. Jónas ha quarantanove anni e un talento speciale per riparare le cose. La sua vita, però, non è facile da sistemare: ha appena divorziato, la sua ex moglie gli ha rivelato che la loro amatissima figlia in realtà non è sua, e sua madre è smarrita nelle nebbie della demenza. Tutti i suoi punti di riferimento sono svaniti all'improvviso e Jónas non sa piú chi è. Nemmeno il ritrovamento dei suoi diari di gioventú, pieni di appunti su formazioni nuvolose, corpi celesti e corpi di ragazze, lo aiuta: quel giovane che era oggi gli appare come un estraneo, tutta la sua esistenza una menzogna. Comincia a pensare al suicidio, studiando attentamente tutti i possibili sistemi e tutte le variabili, da uomo pratico qual è. Non vuole però che sia sua figlia a trovare il suo corpo, e decide di andare a morire all'estero. La scelta ricade su un paese appena uscito da una terribile guerra civile e ancora disseminato di edifici distrutti e mine antiuomo. Jónas prende una stanza nel remoto Hotel Silence, dove sbarca con un solo cambio di vestiti e la sua irrinunciabile cassetta degli attrezzi. Ma l'incontro con le persone del posto e le loro ferite, in particolare con i due giovanissimi gestori dell'albergo, un fratello e una sorella sopravvissuti alla distruzione, e con il silenzioso bambino di lei, fa slittare il suo progetto giorno dopo giorno...Auður Ólafsdóttir ha scritto il suo romanzo piú bello, il piú essenziale, tenero e ironico. Un libro che è un segno di pace, una stretta di mano laica che ci riavvicina a quanto di umano dentro di noi resiste agli orrori del mondo.
Darker. Cinquanta sfumature di nero raccontate da Christian
Mondadori, 09/01/2018
Abstract: Con Darker E L James ci offre una versione più profonda e oscura di Cinquanta sfumature, la storia d'amore che ha affascinato milioni di lettori in tutto il mondo.La rovente relazione tra Christian Grey e Anastasia Steele è finita con una rottura dolorosa piena di recriminazioni, ma lui non riesce a togliersi Ana dalla testa e dal cuore. Determinato a riconquistarla, Christian tenta di reprimere le sue pulsioni più oscure e la sua necessità di avere il controllo su tutto, e di amarla alle sue condizioni.Ma gli incubi della sua infanzia continuano a ossessionarlo, e l'intrigante capo di Ana, Jack Hyde, la vuole per sé. Riuscirà il dottor Flynn, il confidente e psicologo di Christian, ad aiutarlo a sconfiggere i suoi demoni? O la possessività di Elena, la sua seduttrice, e la devozione malata di Leila, l'ex sottomessa, faranno precipitare nuovamente Christian nel passato?E se Christian riconquisterà Ana, come potrà mai un uomo tanto tormentato e ferito sperare di tenerla al suo fianco?
Fatti il letto. Piccole cose che cambiano la tua vita... e forse il mondo
Piemme, 16/01/2018
Abstract: "Se la mattina vi fate il letto, avrete portato a termine il primo compito della giornata. Questo vi darà una sensazione di orgoglio e vi incoraggerà a concluderne un altro, e poi un altro ancora. Farsi il letto, inoltre, rimarca la consapevolezza che nella vita le piccole cose contano. Se non sapete fare bene le piccole cose, non ne farete mai di grandi". Non è un'esperta di riordino o una madre esasperata a dettare questa semplice regola, ma un ammiraglio a quattro stelle della Marina americana. Nel suo discorso tenuto ai laureandi dell'università del Texas alla cerimonia di consegna dei diplomi, William McRaven ha condiviso i dieci principi che ha imparato durante l'addestramento da Navy seal e che lo hanno aiutato a superare le sfide non solo nella sua carriera, ma lungo tutta la sua vita. Perché non è necessario essere un Navy seal per trovarsi in situazioni difficili, dover prendere decisioni complicate o affrontare compiti apparentemente insormontabili. Chiunque, ha detto, può usare queste semplici regole per migliorare se stesso, e il mondo. Quel discorso, che ha avuto oltre cento milioni di visualizzazioni in rete, è il punto di partenza di Fatti il letto, un bestseller diventato in breve un piccolo classico, ai vertici delle classifiche per mesi e in corso di pubblicazione in 24 lingue. Intrise di empatia e coraggio, queste pagine hanno il contagioso potere di ispirare il lettore a dare il meglio di sé e ottenere il massimo dalla propria vita.