Un anno dopo la morte del padre, un musicista jazz di origini giapponesi, il tredicenne Benny Oh inizia a sentire voci provenire dagli oggetti. Inizialmente preoccupato per la propria salute mentale e presto turbato dall’incapacità di arginare queste voci, Benny comincia a isolarsi da amici, compagni di scuola, e presto anche dalla madre, che a modo suo cerca di affrontare il lutto dell’amato marito e la difficoltà del ritrovarsi madre single con pochi mezzi. Attratto dalla biblioteca pubblica che frequentava da bambino, Benny fa presto banda con una ragazzina poeta e un anziano vagabondo che lo incoraggiano a non respingere le voci ma a provare ad ascoltare cos’è che gli oggetti hanno urgenza di dirgli, e soprattutto a trovare aiuto, ispirazione e salvezza nei libri e nella lettura. Attraverso il dialogo con gli oggetti, Benny riuscirà a riprendere il dialogo con il padre lì dove la morte lo aveva lasciato interrotto. Benny intraprenderà così un percorso spirituale non poi così diverso da quello della madre, che imbattendosi casualmente nel libro di una monaca zen troverà nella spiritualità e nella lettura il conforto e il coraggio necessari a riprendere in mano la propria vita facendo dell’assenza del marito tesoro e non catastrofe irreversibile.
Ruth Ozeki è un’autrice e regista americana-canadese. È nata a New Haven, in Connecticut, nel 1970. Nei suoi romanzi affronta le tematiche dell’identità razziale, dell’incontro tra oriente e occidente e dell’ecologia. Dei suoi quattro romanzi, in Italia sono stati tradotti e pubblicati Carne (Einaudi 1998) e Una storia per l’essere tempo (Ponte alle Grazie 2013). Nel 2010 è stata ordinata sacerdote buddhista e attualmente è affiliata al Brooklyn Zen Center di New York. Insegna letteratura inglese allo Smith College, a Northampton, in Massachusetts. Vive e lavora tra New York e Vancouver.
Commento
Pieno di poesia e spiritualità, è un libro illuminante sul potere spesso inesplorato dei nostri sentimenti e delle energie apparentemente impercettibili dell’universo. In modo autentico, originale e rassicurante, il romanzo affronta il tema del lutto e della sua elaborazione, che si tratti della morte di un padre, di un marito o di una persona così presente nella propria vita da non riuscire semplicemente a sparire. Impeccabili sono i personaggi, sia i principali (Benny e sua madre Annabelle) sia i secondari, che nel divenire della storia si riveleranno tutt’altro che secondari ma essenziali a fare procedere la trama e a consentire a Benny di elaborare il lutto del padre e a uscire dell’infanzia per diventare un giovane adulto perfettamente capace di aiutare sé stesso e gli altri. L’incontro tra oriente e occidente, tema caro a Ruth Ozeki, viene affrontato qui con particolare grazia e consapevolezza, rendendo il dialogo di Benny con gli oggetti una metafora perfetta del dialogo tra le due culture. Il romanzo è una lettura perfetta per gli adulti, ma anche per i giovani adulti, che potranno facilmente identificarsi con Benny e ritrovarsi nel suo difficile ma poi di colpo facilissimo coming of age.
[Scheda a cura di Tiziana Lo Porto]
Scorrevole, divertente tuffo spensierato nella Sydney assolata dei gioiosi anni 50. ..vorresti non finisse mai
Trama avvincente ,narrazione sincopata ma studiata e un po' prolissa..originale
“Quello che ti chiedo è che tu sia anima della mia anima, sangue del mio sangue che scorre nelle mie vene, che tu stia con me come il cuore mio che mai vedrò o toccherò, come i suoi battiti che non si stancano mai di darmi la vita”. Con le parole della poesia scritta da una bambina Sinti di dieci anni si conclude la stesura del libro, basato sulla storia vera di Zaher Rezai, un minore fuggito dalla persecuzione etnico-religiosa cui è destinata l’etnia hazara in Afghanistan.
https://www.lameridiana.it/il-viaggio-di-zaher.html
https://www.comune.venezia.it/it/content/zaher-rezai
https://www.youtube.com/watch?v=Bjh2LRQV234
8 dicembre 2008. Deve ancora cominciare l’inverno. Nel limbo di Patrasso Zaher si imbarca su una nave diretta verso l’Italia. Come compagno e confidente il suo taccuino.
Ecco il mare: l’ultima traversata per lui. La prima di tante per chi leggerà il suo taccuino.
"Il viaggio di Zaher" è il frutto di un progetto di didattica interculturale e inclusiva pensato per le scuole per sensibilizzare gli alunni all'interculturalità e, in particolare, alla realtà dei minori stranieri non accompagnati, come Zaher Rezai, il minore afghano sbarcato a Venezia nel dicembre 2008 e deceduto sotto il camion con cui tentava di raggiungere un luogo sicuro in cui chiedere asilo.
La vicenda di Zaher è raccontata come un intreccio di tre sezioni: prosa e poesia, scritte dai bambini della scuola di Favaro Veneto (VE) in cui il progetto è nato, si mescolano alla storia vera, illustrate dalla mano di Letizia Camiletti, per concludersi con approfondimenti tematici in forma di schede ludico-didattiche, che possono essere affidate direttamente ai bambini o diventare punto di partenza per attività interdisciplinari.
Non c'è aria ma il mondo è allagato di luce.
Davvero notevole! La dottoressa Modonesi ha compiuto un lavoro ottimo di catalogazione delle iscrizioni e rilievi sacri del Museo Maffeiano (giustamente, come da titolo...) dando una valanga di informazioni e spunti ulteriori a chi vuole saperne di più!
L'ho trovato cercando dati sulla decorazione dell'arco di Giove Ammone e sono rimasto molto colpito dalla bibliografia citata.
Complimenti davvero, avanti così!!